Degustazione e Intervista
Ho conosciuto le sorelle Pacelli, Laura e Carla, a Ferrara durante l’evento Vite di Donne. Sono state così disponibili e simpatiche che abbiamo improvvisato una bella intervista. È evidente dalle risposte che entrambe condividono una grande passione per la loro azienda, Tenute Pacelli, in Calabria, e per i loro vini. Ed è risultato altrettanto evidente che Laura e Carla hanno due belle personalità. Ben diverse, anche. Un poco come i loro due Riesling che ho avuto il piacere di degustare, e dei quali condivido con voi le mie note. Ecco a voi l’intervista:
L’intervista alle giovani produttrici di vino
Ciao Laura e Carla, volete presentarvi e raccontare cosa produce la vostra azienda famigliare?
Siamo una giovane azienda familiare, quasi tutta al femminile. Tenute Pacelli fa dei rossi la sua forza, come dimostrato dalle due riserve, il Pauciuri (da uve Barbera e Cabernet, provenienti dalla vigna più antica dell’azienda, quasi 50 anni d’età) e il Tèmeso (da uve Magliocco e Calavrese, l’antico Nero d’Avola autoctono). Senza rinunciare a felici sperimentazioni, come il Riesling italico in purezza per un bianco fermo profumato, rotondo e schietto, e la nuova produzione di bollicine metodo classico presto in commercio.
L’azienda si trova sulle colline a nord di Cosenza. È un piccolo gioiello, dove nulla viene trascurato, dalla raccolta a mano di uve e olive, alla produzione e vendita di ciliegie, dalla nuovissima cantina di degustazione e ristoro alla preservazione dell’antico casino di caccia settecentesco. Il rispetto del terroir, la coltivazione biologica, l’alta qualità sono garantiti dalla tecnica del sovescio, dai pochissimi trattamenti all’anno della vigna, dalla filiera produttiva interna all’azienda .
Laura, so che un’altra delle tue passioni è la moda. Come si sposa questa passione con questa del vino?
Di moda mi occupo dal 2003, di vino – in modo continuativo – dal 2010. Come dire, professionalmente sono stata svezzata a moda ma la crescita completa è tutto merito del vino! Per quanto siano entrambe mie passioni, la differenza sostanziale – in termini generici – è che la moda può essere bella o brutta ma può comunque avere successo. Magari non duraturo ma può “illudere” a lungo. Il vino invece è o buono o cattivo. E nella seconda ipotesi non va da nessuna parte. La moda si indossa, è opinabile; il vino si beve e ciò che si ingerisce può essere opinabile nel gusto ma non nella qualità. Per questo mi piace il vino, perché non illude, soprattutto quando sai riconoscerlo. Nonostante l’ignoranza, l’interesse è aumentato e si beve meglio. Di gente che si veste male invece ce n’è ancora tanta!
Carla, mi hai confessato che tu invece non sei per niente interessata alla moda. Ti chiederei quale delle tue altre passioni ti ha ispirata nel tuo lavoro nel mondo del vino.
Provengo da un’esperienza strettamente legata al mondo del vino, non tanto per quanto riguarda la sua produzione, quanto piuttosto per la sua comunicazione. Lavoro, infatti, come redattore in una rivista specializzata e scrivo proprio di vino, nelle sue più diverse sfaccettature, dalle tendenze stagionali di bianchi, rossi e rosati, alle degustazioni di Champagne o alle verticali di rossi importanti. Mi occupo anche di gastronomia e spesso provo abbinamenti tra bottiglie e piatti degli chef. Inoltre, ho curato per alcuni anni l’ufficio stampa di noti produttori vitivinicoli oltre che i progetti speciali di una famosa Maison di Champagne.
Laura, cosa suggeriresti ai giovani che vogliono intraprendere un’attività come la vostra?
Di rimboccarsi le maniche e di non credere che con il miglior enologo si avrà successo immediato. È un business lento ma proprio per questo, quando arrivano i risultati, non esiste maggiore soddisfazione.
Carla, ci vuoi raccontare come vi organizzate nella gestione di marketing e comunicazione dell’azienda?
Poiché siamo due sorelle molto unite, prima di affrontare qualsiasi decisione di marketing ne parliamo tra di noi, poi coinvolgiamo anche i nostri genitori, ma solitamente, alla fine, sia io che Laura prendiamo la decisione finale. Di solito siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Per quanto riguarda, invece, la comunicazione, agiamo in questo caso anche singolarmente, date le nostre esperienze nel settore e, soprattutto, ci fidiamo l’una dell’altra.
Questa domanda ve la faccio a entrambe: quali sono state le maggiori difficoltà che avete dovuto affrontare nel vostro lavoro. Ma raccontateci anche quali sono le grandi soddisfazioni che vi regala il mondo del vino.
Laura: La maggiore difficoltà è riuscire a vendere un prodotto che nessuno conosce. C’è resistenza da parte del consumatore medio ma anche nel distributore che non vuole rischiare. La maggiore soddisfazione è quando il tuo prodotto invece arriva sulla tavola, viene consumato, commentato e riacquistato. Altra soddisfazione è ricevere email entusiastiche a cui seguono altri ordini.
Carla: Le maggiori difficoltà sono legate, purtroppo, alla poca conoscenza che ha l’opinione pubblica del territorio della Calabria, che è ricchissimo da un punto di vista vitivinicolo, ma che spesso, non solo i consumatori, ma anche i cosiddetti “addetti ai lavori”, riducono a un unico vitigno, il Cirò, che invece appartiene unicamente a una zona ben definita della regione. Non è sempre facile portare avanti un concetto di vino dalla forte personalità, che si distingua dalla produzione di massa e che coniughi allo stesso tempo eleganza e struttura, freschezza e originalità. L’accoglienza che hanno i nostri vini a ogni singola fiera, però, ci ripaga della fatica che impieghiamo a spiegare un’eccellenza troppo a lungo sconosciuta.
I Riesling degustati e le loro personalità
Il Riesling della Calabria mi ha proprio sorpreso. Quando Laura mi ha presentato questo vino, non avevo idea di cosa avrei potuto trovare. Questo spumante brut metodo classico nasce da uve di Riesling Italico. Il vino riposa sui lieviti per 24 mesi. Il suo nome è Zoe, come la figlia di Carla.
Di un colore giallo paglierino brillante, ha un perlage fine e persistente che invita subito alla scoperta. L’eleganza visiva si conferma al naso con fiori e frutta bianca, insieme a un sentore minerale. In bocca, nobiltà e freschezza si bilanciano bene e si uniscono in un finale lungo. Ottimo per l’aperitivo e con primi piatti di pesce.
Il secondo Riesling (sempre un 100% Riesling Italico) è il Calabria IGT Barone Bianco. Con questo vino, l’azienda ha cercato nello stesso tempo di comunicare il terroir locale e di ricordare la tradizione dei bianchi renani. Siamo accolti di nuovo da un luminoso giallo paglierino. Portando il bicchiere al naso scopriamo la pesca gialla e i fiori bianchi, oltre a note minerali ed erbacee. Al palato ci attende un gusto secco, fresco e sapido, davvero molto invitante. Non ci resta che pianificare presto una visita in cantina, perché questa preview promette davvero bene!
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