Cala Liberotto è un luogo che amo davvero. Spiagge dorate e un mare turchese che fotografo di continuo. Le foto sono innanzitutto per me stessa, così posso rivedere i riflessi e i colori anche quando sono lontana. E poi mi piace mostrarle ad amici e conoscenti, sperando di riuscire a comunicare la magia.
L’appuntamento al ristorante Il Corallo è ormai un classico. Telefono almeno tre giorni prima, perché ormai so che è difficile riuscire a trovare posto con anticipo minore. Ben disposta dalla cortesia della voce al telefono, chiedo un tavolo per due con vista sul mare. Mi sembra già di vederlo, quel terrazzino a pochi metri dalla spiaggia.
Arriva il gran giorno e ci andiamo a piedi al ristorante, come ci piace fare. È una passeggiata di appena quindici minuti, e ci piace pregustare la cena mentre sfiliamo fra le villette seminascoste dai pini. Il Corallo ci riceve con calore, illuminato discretamente. Il tavolo era proprio quello che immaginavo, ed è subito scattata la prima emozione positiva.
La serata si caratterizza per un’ottima attenzione da parte del personale, un menu interessante e un fuori menu ancora più interessante. Ma andiamo per ordine.
Come antipasto prendo insalatina di polpo in julienne con carciofi. In realtà, i carciofi li tocco appena, perché so che di solito non si sposano bene con i vini. Però il polpo è molto buono. Intanto, cala la sera e il mare diventa un manto nero punteggiato dai bagliori delle luci artificiali che si riflettono sull’acqua. Come secondo piatto, scelgo una spigola alla griglia. Sapori di casa e una freschezza evidente.
La carta dei vini è dominata dai vermentini. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Optiamo per un Caldosa Vermentino di Gallura Superiore DOCG.
Un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati ci invita a scoprire i profumi. Sono fiori bianchi, pera e ananas, che lasciano posto a un delicato sentore erbaceo. Al palato, una freschezza immediata, e poi ancora frutta. Il retrogusto richiama foglie verdi e una leggera mineralità.
Arriva il turno dei dolci. Io chiedo spesso il tiramisù della casa, perché mi piace capire come ogni ristorante interpreta questo classico della cucina italiana. Non è male, ma forse è un po’ troppo standard. Sono più soddisfatta del vino da dessert con cui decido di accompagnarlo. Il Donna Jolanda Biologico Nasco di Cagliari DOC è davvero un modo dolcissimo di concludere la serata.
Mentre torniamo verso casa, si sente Dark Necessities dei Red Hot Chili Peppers, e io penso al mare nero punteggiato di bagliori, che domani mattina sarà di nuovo verde e blu sotto il sole.
Susana Alonso (a cena con Pietro Lostia)
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