La cantina ha iniziato a produrre vini più di 30 anni fa, e per almeno due decenni ha puntato sulle grandi quantità. Ma, circa 10 anni fa, Marco ha sentito il bisogno di cambiare approccio, ha venduto gran parte dei vigneti e si è rivolto a nuovi paradigmi di produzione. Inizialmente, ha studiato l’agricoltura biodinamica, ma non è rimasto convinto. Invece, poco dopo è stato colpito dall’agricoltura organico-rigenerativa.
Questa è un insieme di tecniche agronomiche orientate alla rigenerazione del suolo e che permettono di sviluppare un’economia “circolare”, autosufficiente. Esempi dell’approccio organico-rigenerativo di Faccioli sono la produzione e l’uso di fertilizzanti come il carbone vegetale, il compost (derivato dal riciclo di materiali di potatura) e altri biofertilizzanti ottenuti a partire da acqua, humus e piante aromatiche. Più in generale, queste tecniche aumentano la quantità di microorganismi presenti nel terreno (sostanza organica) e cosi permettono una viticoltura più sostenibile ed efficiente e dunque prodotti di più alta qualità.
Marco ama considerare il suo approccio alla viticoltura da un punto di vista filosofico. Infatti, un termine chiave del brand (che appare anche sulle etichette dei vini) è “noumeno”, un concetto di Kant che indica un’entità puramente pensabile. Per Marco Faccioli, il noumeno si riferisce proprio alla sostanza organica, invisibile ma reale presenza che ispira il lavoro in vigna e gli dà valore.
Marco Faccioli ha anche adottato certi principi centrali della viticoltura insegnata dall’esperto italiano Mario Fregoni, come l’alta densità di piante per ettaro e la bassa resa per pianta, che insieme sostengono l’equilibrio vegeto-produttivo della vigna.
Un terzo punto centrale del pensiero di Faccioli è la regola “uno, cento, mille”, cioè la precisa distribuzione dei pesi: un grammo per acino; cento grammi per grappolo; mille grammi per pianta. Ed è proprio in base a questa regola che Marco seleziona i vitigni.
Il risultato di queste tecniche agronomiche sono vini “vivi”, dice Marco, cioè vini che esprimono un’identità chiara e che si distinguono dalla massa. In particolare, l’estetica di Marco Faccioli ruota intorno alla ricerca dell’eleganza e della bevibilità.
Anche il packaging è sostenibile: le etichette sono in carta riciclata, il vetro è il più leggero possibile, il tappo è in sughero biologico.
Le etichette sono piccole opere d’arte in sé. Frutto di idee di Marco messe in pratica da un fumettista, si caratterizzano per simboli e messaggi che raccontano l’approccio organico-rigenerativo.
A ottobre del 2021, l’azienda inizierà la costruzione di una nuova cantina di produzione, pensata per integrare meglio le tecniche di vinificazione con la viticoltura organico-rigenerativa.
È possibile visitare l’azienda e i suoi vigneti e degustarne i vini. Ma l’azienda Faccioli va oltre la vitivinicoltura. Infatti, l’offerta include un agriturismo con 16 camere e piscina (Agriturismo dei Grippi).
La promozione della biodiversità è un punto centrale dell’offerta di Faccioli. Grazie all’imminente aggiunta di frutteti e serre (sempre gestiti attraverso l’agricoltura organico-rigenerativa), l’azienda sarà sempre più autosufficiente e l’offerta gastronomica sarà più completa e attraente.
La vicinanza di Verona, con i suoi tesori storici e artistici, rende la destinazione ancora più allettante.
Abré Spumante Brut
Si tratta di uno spumante (attualmente metodo Charmat lungo, ma destinato a diventare metodo Classico) ottenuto da Pinot Nero e Garganega (rispettivamente 80% e 20% circa). Il vino matura per 8 mesi in autoclave e per 2 anni in bottiglia. Di colore giallo limone, al naso svela un bouquet complesso che comprende banana, mela, pera, pepe bianco, e tè verde. In bocca è sapido ed elegante. Le bollicine fini di Abré si sposano particolarmente bene con cibi saporiti come crostacei o primi piatti succulenti.
Logos Tre Venezie IGP Bianco 2017
Un vino bianco ottenuto da Incrocio Manzoni e che ha rappresentato il passaggio all’approccio organico-rigenerativo. Il nome è chiaramente ispirato al “discorso” filosofico, e dunque all’adozione consapevole di una teoria specifica a sostegno del lavoro di produzione. Il mosto fermenta a contatto con circa il 20% delle bucce. Di colore giallo dorato, regala aromi di frutta bianca matura e di timo. In bocca è ben secco, sapido, persistente e particolarmente setoso. Al retrogusto svela note di caffè e nocciola. Logos matura per 1 anno in cemento e per 1 anno in bottiglia. Nel 2021, Decanter lo ha premiato con 90/100.
Crux Bardolino DOP 2017
Crux è un blend di tanti vitigni tipici del veronese (soprattutto Corvina, e poi Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Teroldego, Oseleta, e Rondinella) interpretati però nello stile di Bordeaux. Il risultato è un vino assai elegante, dal colore rosso rubino con riflessi aranciati, aromi e sapori di fiori e spezie (camelia, rosa canina, basilico), ben equilibrato fra freschezza e morbidezza, delicatezza e persistenza. Crux si abbina bene con piatti speciali come pappardelle all’anatra, carni rosse delicate, formaggi a media stagionatura.
Siamo stati davvero felici di ascoltare il racconto di Marco, e presto contiamo di visitare l’azienda, ridegustare i vini e vivere una piacevole esperienza enoturistica.
“Agricoltura organico-rigenerativa.” Cosa non la convinceva della biodinamica?
Buon giorno Carlo,
perdoni il ritardo di questa risposta, ma il produttore era molto impegnato e ha visto tardi la sua domanda. Incollo sotto la risposta del produttore:
“La biodinamica è un tipo di agricoltura ma anche uno stile di vita fatto di operazioni in cui bisogna credere profondamente. Difficile avvicinarsi se non ci sono detti presupposti. Con ciò, non voglio screditare nessun tipo di agricoltura, in modo particolare la biodinamica, ma riconosco che quella vita non è compatibile con il mio modo di essere. Sento e concepisco più un agricoltura circolare come è la rigenerativa.”