Ieri è finito wine2wine, l’evento organizzato da Stevie Kim e dal suo team, e che ha come sede Verona Fiere. Mentre cerco di mettere ordine all’infinità di idee, concetti e stimoli che mi sono portata a casa, credo che meriti un breve resoconto l’ottima presentazione di Janna Ripjma dedicata alle tendenze del mercato del vino olandese.

Innanzitutto, è importante considerare che in Olanda, anche se da pochi, il vino viene anche prodotto localmente. La tipologia di questo vino locale è prevalentemente quella dei bianchi, il che è comprensibile, considerando il clima abbastanza freddo della regione. Però, questa produzione locale è molto esigua, e perciò la domanda interna viene coperta con il vino importato, specialmente dalla Germania.

Gli olandesi amano sia i bianchi sia i rossi, ed entrambe le tipologie sono ben rappresentate. Ma la preferenza va ai bianchi e ai rossi leggeri. I rossi corposi, invece, non sono particolarmente apprezzati e anzi sono un po’ fuori moda.

In generale, vengono apprezzati i vini facili da bere e con una minore gradazione alcolica, che vengono considerati più eleganti. Ed ecco anche perché i vini tedeschi secchi sono così richiesti. Pensate che, ad esempio, i vini rossi vengono serviti freschi nei ristoranti; cioè ad una temperatura di servizio che altrove non è certo canonica.

La stella nascente in questo mercato è il vino rosè, che presenta tutte le caratteristiche dominanti del gusto degli olandesi. Questa tipologia ha un grande appeal nel paese, sia in seguito alle massicce campagne globali di promozione del rosato sia perché, in particolare, in Olanda seguono un po’ le tendenze della Provenza (produttore di ottimi rosè).

Se aveste ancora qualche dubbio sulla necessità di comunicare online in almeno due lingue, Janna vi toglierebbe qualsiasi perplessità: se volete vendere in Olanda, dovete essere su Internet e comunicare in inglese. I consumatori olandesi passano molto tempo online e i Paesi Bassi sono un paese in cui l’inglese è parlato piuttosto bene da gran parte della popolazione. La tendenza attuale comunque è informarsi sul web ma comprare offline.

La “pecca” più notevole del mercato olandese sono gli altissimi sconti che i supermercati locali fanno, anche utilizzando il “paghi 2, prendi 3”. E la scontistica selvaggia non si limita alle catene di supermercati, come per esempio Jumbo o Albert Heijn; infatti, anche il retail online attinge spesso a questo strumento per far crescere le vendite.

L’ultimo punto rilevante è la scelta dei canali di distribuzione. Dovete sapere che, per l’Olanda, così come per la Germania, se siete presenti nella grande distribuzione (includendo i discount), è molto difficile essere inclusi anche nella lista dei produttori che forniscono l’horeca. Infatti, se il consumatore finale trova i vostri vini sullo scaffale del supermercato, allora è molto probabile che non vi cercherà al ristorante.

Sicuramente questo è solo un piccolo resoconto di quanto è stato detto da Janna, ma mi auguro di avervi dato una chiave di lettura aggiornata su questo mercato, così competitivo, ma anche molto interessante per i vini italiani. Siete già presenti in Olanda? Condividete con me le vostre impressioni.

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