LinkedIn è il social dedicato ai rapporti professionali. Per saper sfruttare al meglio le sue potenzialità, ho chiesto a Mirko Saini, LinkedIn Trainer e fondatore di Webcentrica, alcuni consigli e chiarimenti che possono aiutare a gestire al meglio questo social. Vediamo insieme cosa mi ha risposto:

Ciao Mirko, grazie per il tuo tempo e per aver accettato il mio invito alla nostra rubrica di interviste. Oggi degustiamo insieme alcuni preziosi ‘Sorsi di LinkedIn’.

Per cominciare, ti chiederei di raccontarci chi sei e di che cosa ti occupi.

Mirko: Ciao Susana, innanzitutto ti ringrazio per avermi ospitato sul tuo blog. Nella Bio sui miei account social ho scritto: sposato, padre di 4 figli (due maschi e due femmine). Ex giocatore di Rugby (anche se come si dice, rugbista non si smette mai di esserlo) che preso da una insana follia ha deciso di cimentarsi nel triathlon. Per vivere aiuto le aziende a fare business con LinkedIn. Direi che qui c’è molto. Non tutto ma molto di ciò che sono.

LinkedIn personale e LinkedIn per le aziende: quali sono le principali differenze?

Mirko: Al di la di quello che è evidente ti posso dire queste due cose: la prima, che il profilo personale non è da intendersi come per gli altri social. Qui siamo in ambito strettamente business e chi lavora in azienda deve comprendere che il suo profilo è parte integrante della comunicazione aziendale.Quindi non è da intendersi come “privato”. Un po’ come negli sport di squadra: vero che dietro la maglia c’è il nome del giocatore ma sul davanti ci sono i colori e l’emblema della società che si rappresenta. La seconda cosa che si evince da ciò che ti ho appena detto è che le aziende devono immediatamente comprendere che se non integrano i profili personali di chi in azienda vi lavora nella propria strategia di comunicazione è un po’ difficile ottenere risultati in LinkedIn.

Come possono presentarsi al meglio le piccole e le medie aziende su LinkedIn, il social specialmente creato per coltivare i rapporti professionali?

Mirko: L’hai tu stessa detto facendomi la domanda. LinkedIn è il social ideale per costruire rapporti personali. Tutto passa attraverso l’attività dei profili delle singole persone. Per una media piccola posso tranquillamene sbilanciarmi dicendoti che la Company Page non è così importante se non per dare completezza alla strategia di brand awareness. Si deve investire nella creazione della propria identità digitale (un buon profilo), nella costruzione della propria reputazione online (da essa dipende tutto) e nella costruzione di una buona rete di contatti che possa col tempo generare opportunità di business. Esattamente come avviene nella vita di tutti i giorni.

Secondo la tua esperienza, LinkedIn è veramente la panacea social per il business? Hai qualche caso emblematico di un buona gestione?

Mirko: LinkedIn non è assolutamente la panacea di tutti i mali. Se un prodotto o un’azienda non ha nulla da dire o non è all’altezza del mercato, LinkedIn non farebbe altro che rendere ancor più evidente questa situazione. Casi di successo ne ho molti. E ti posso dire che cosa li accumuna: pazienza, costanza e applicazione quotidiana del piano strategico stabilito a monte. Se non si hanno tutte queste cose è meglio non entrare in LinkedIn.

Sorsi di LinkedIn Saini

Come ci suggerisci di usare LinkedIn per affrontare una Strategia di Internazionalizzazione digitale?

Mirko: La domanda richiederebbe alcune ore per essere evasa con completezza 😉 . Dipende da cosa vuole l’azienda. Quali sono i suoi obiettivi. Diverso è se l’azienda cerca partner per affacciarsi in mercati esteri che se invece vuole fare un uso di LinkedIn più orientato a preparare il terreno con operazioni di Brand awareness. Diverso ancora se invece l’azienda ha come obiettivo quello di creare una propria rete vendita che operi su quel mercato. In tutti i casi mi sentirei di dare questo consiglio: lavorate sulla percezione che il mercato può avere di voi incontrandovi su questo o altri social. Da li parte tutto.

Chiuderei chiedendoti alcuni consigli per chi si occupa di Food&Wine online. Per esempio, a proposito di lead generation e di uso del social per la brand awarness e il recruitment.

Mirko: Partiamo dal settore: Food&Wine online. Se il business è rivolto al consumatore finale, il privato tanto per capirci, ti dico subito che non vedo LinkedIn come prima opzione. Ci sono altri social dove è più semplice improntare strategie B2C. Per quanto riguarda la seconda metà della tua domanda anche qui è necessario fare alcuni distinguo: lead generation in LinkedIn è assolutamente possibile farla. In maniera meno automatizzata di come si potrebbe fare su altri social ma sguendo quello che è un ritmo più vicino alle dinamiche off line: puntare prima di tutto sulla costruzione della reputazione personale (non solo aziendale) per poi passare alla vera e propria fase di lead generation, ma sempre a livello individuale. I contratti si fanno tra aziende ma sono le persone che ne costruiscono i presupposti.

Per chi invece vuole utilizzare LinkedIn per attrarre talenti e fare così recruitment, non vorrei ripetermi ma anche in questo caso la percezione che ha il talento dell’azienda che lo contatta va a determinare l’esito,e quindi il matrimonio tra le parti. Come vedi la Reputazione è conditio sine qua non. 😉

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