Oggi sto selezionando le foto migliori fra quelle che Pier e io abbiamo scattato durante un recente viaggio nelle Marche. Non eravamo mai stati in questa bella regione e siamo stati fortunati, perché i nostri ospiti, Margherita e Lorenzo, ci hanno dedicato un weekend intero alla scoperta di alcuni dei tesori vinicoli della zona.
Abbiamo così potuto visitare la cantina Bròcani, gestita da Giuseppe, che ci ha parlato con evidente passione della tradizione dell’area e della vocazione della sua azienda a conduzione familiare. Il tutto, mentre passeggiavamo tra le viti, raccogliendo colori e profumi. Abbiamo anche colto l’occasione per scattare delle foto alle belle rose piantate ai lati dei vitigni, chiamate “piante spia”, perché servono a segnalare in tempo la presenza di malattie.
Per degustare i vini di Brocani, siamo andati a Staffolo, un borgo medievale davvero pittoresco, dove Giuseppe ha aperto un’enoteca. Attiguo, si trova il Museo dell’Arte del Vino, anch’esso gestito dal produttore. Tra antichi macchinari, bottiglie delle annate più varie che raccontavano la storia del Verdicchio e fotografie uniche di vendemmie e di manifestazioni popolari, siamo tornati indietro nel tempo e abbiamo capito qualcosa in più della tradizione che ancora oggi guida molti produttori della zona.
La nostra degustazione è iniziata con il Lunatico, un Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi. Staffolo è proprio nel cuore di quest’area e Brocani è un produttore che si muove bene fra tradizione e innovazione. Una serie di metodologie innovative e sostenibili puntano infatti a ottenere una produzione limitata ma della massima qualità. Le piante sono coltivate tenendo conto del minimo impatto ambientale, senza pesticidi e lasciando i filari inerbati. Il Lunatico è un esempio di questo approccio. Ci ha colpito il suo colore, di un dorato brillante, e il suo sapore intenso, fresco e con un retrogusto amarognolo. Una serie di caratteristiche che sono anche dovute al particolare terreno “calcinello”, che ospita le vigne.
Dopo il Lunatico, abbiamo assaggiato il Barbanera, un Esino Rosso DOC, ottenuto principalmente da uve Montepulciano (con tracce di altre uve rosse). Dal colore rubino e dai sentori floreali e di frutta matura, anche il Barbanera è stato una bella sorpresa. Abbiamo notato una certa differenza rispetto al vicino Montepulciano abruzzese, altro segno evidente dell’importanza del terroir per la caratterizzazione dei vitigni. Tornati a casa con alcune bottiglie di Barbanera, abbiamo scoperto che si abbina benissimo alla carne di maiale e ai formaggi stagionati.
Speriamo di tornare presto nelle Marche, magari in occasione della potatura, per scoprire altri tesori vitivinicoli e per ammirare anche in un’altra stagione l’affascinante panorama della campagna marchigiana.
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