Durante la tavola rotonda sul vino online, che abbiamo organizzato per festeggiare il primo anno di Sorsi di web, abbiamo parlato delle migliori prassi per comunicare il vino sul web. Alcuni dei temi trattati sono stati l’Inbound Marketing, l’identità del marchio, le communities e il ruolo del comunicatore del vino.
Ciò che è emerso dai diversi interventi è che costruire una presenza online ottimale è un processo che richiede tempo e costanza. Le chiavi del successo sono la pianificazione e l’analisi prima di procedere. Vediamo dunque insieme i principali aspetti da considerare per costruire un’immagine online ottimale.
Inbound marketing, ovvero dare per ricevere
Chi meglio di Jacopo Matteuzzi per parlarci di questo sistema di vendita? Si tratta di un vero esperto ma anche di un divulgatore del concetto: un Inbound marketing apologist! Jacopo ha ribadito l’importanza del sito web aziendale come centro (hub) della strategia digitale. “Il tuo sito è sempre tuo” e, di conseguenza, le regole al suo interno le detti tu, a differenza di quanto accade invece sui social media.
Uno dei suggerimenti più interessanti emersi dal suo intervento è stato l’invito ai produttori di vino a scrivere sul loro blog le proprie esperienze aziendali: “Nessuno meglio di voi sa cosa interessa al vostro pubblico.”
Jacopo ci ha anche fatto una sorpresa, perché per l’occasione ha personalizzato le sue slide dell’imbuto, o funnel, di conversione, presentandolo a forma di calice. L’idea è che puoi capire “a sorsi” come trasformare un perfetto estraneo prima in un visitatore, poi in un contatto e infine in un cliente. Le quattro fasi del processo sono: attirare, convertire, chiudere e deliziare. Trovi qui le slide di Jacopo:
Parlando di sito-hub è inevitabile affrontare certi aspetti tecnici. L’e-commerce e le newsletter (entrambi strumenti che ci aiutano a vendere) hanno una componente operativa da non sottovalutare. Abbiamo parlato di come scegliere un CMS adatto agli scopi specifici, dell’uso di software di gestione delle newletter come Mailchimp o Getonresponse. Durante la tavola rotonda è emerso anche il problema di costruire una lista valida di indirizzi email. La soluzione migliore è includere nella newsletter solo contatti interessati a riceverla, ed evitare sempre di acquistare le liste.
La tua cantina ha un tone di voce
Come abbiamo già accennato in altri post, l’azienda deve cercare di definire un proprio tono di voce. Perciò abbiamo colto l’occasione per chiedere a Elisa Contessotto, Creative Strategist, quali sono i fattori da considerare per definire la voce del brand.
Alla nostra domanda, Elisa ha risposto suggerendoci di pensare innanzitutto a come il brand comunica attualmente. È anche necessario individuare la propria unicità aziendale, e fare un analisi del mercato studiando il consumatore medio. Altrettanto importante è l’identificazione e l’analisi dei concorrenti: cosa fanno, cosa dicono, come lo dicono?
Elisa ha ammesso che “nella definizione del tono c’è una parte forse più noiosa, di documentazione e di analisi, ma è il punto di partenza necessario per dedicarsi alla parte più creativa, cioè per capire quale storia raccontare e qual è il tono adatto.”
È fondamentale che ogni scelta sia motivata, così come è sempre meglio evitare di fare scelte o modifiche senza sufficienti dati a supporto.
Brand Identity del vino in chiave visual
Il tema della brand identity del vino si è legato ad aspetti specifici come quello delle etichette delle bottiglie. Paride Cocchi – presidente del Accademia Internazionale Enogastronomi Sommelier (AIES) – ha sottolineato l’importanza della etichetta e della retroetichetta, sia per comunicare l’identità aziendale sia per informare sulle caratteristiche del vino. Paride ha detto che è sua abitudine dedicare uno spazio specifico all’analisi dell’etichetta, nelle recensioni che scrive sul suo blog. Parlando in particolare dei colori dell’etichetta, Paride ha spiegato che alcuni sono più adatti di altri, e che il colore di un’etichetta è comunque uno dei motivi che lo porta a scegliere in enoteca fra bottiglie di vino che non conosce.
Abbiamo approfondito il concetto dell’identità del brand. Tra gli elementi da considerare nella definizione dell’identità ci sono il naming, il logo, i colori, i caratteri, e le grafiche. Tutto ciò riguarda anche il sito web, le brochure e i biglietti da visita. Ogni elementi e oggetto dovrebbe essere facilmente riconducibile a un’unica identità. È consigliabile preparare un’Identity Manual, cioè un manuale normativo che guidi la comunicazione dell’identità del brand nei diversi canali.
Conclusioni
Nel corso della serata è emerso che i produttori di vino hanno diversi mezzi per presentarsi e farsi conoscere online, anche se il budget non è elevato. L’aspetto più importante è avere chiari obiettivi, target e risorse.
Conoscere i propri limiti e i propri vantaggi permette di porsi in maniera professionale e, soprattutto, sincera. Non bisognerebbe promettere mai ciò che non si può mantenere, ed è molto difficile recuperare un cliente deluso. Invece, un cliente “deliziato” è un cliente conquistato, che ritornerà da te e che parlerà bene del tuo brand ad altri.
Probabilmente molti di questi concetti non ti sono estranei. Ma spero anche di averti suggerito nuovi spunti o punti di vista. Inizia subito a mettere in pratica qualcuna di queste idee e fammi sapere come va.
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