Dopo aver visto nel precedente articolo tutte le informazioni obbligatorie su ingredienti e valori nutrizionali, è il momento di affrontare un altro tema cruciale: l’etichettatura ambientale e le sanzioni previste per chi non si adegua. Scopriamo insieme cosa dice la legge e quanto può costare un errore.
L’etichettatura ambientale: Non Solo Riciclo
Parallelamente, l’Italia ha recepito le Direttive (UE) 2018/851 e 2018/852 sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio con il D.lgs. 116/2020, che ha introdotto l’obbligo di fornire indicazioni chiare al consumatore sul corretto smaltimento.
Cosa deve esserci dal 1° gennaio 2023
Dal 1° gennaio 2023, tutti gli imballaggi devono riportare:
- codice del materiale (vetro, cartone, plastica, ecc.) secondo la Decisione 97/129/CE
- istruzioni per lo smaltimento (es. “Raccolta vetro”, “Raccolta plastica”)
Le linee guida ministeriali (circolare MASE n. 360/2022) prevedono che tali informazioni possano essere fornite sia in forma cartacea sia tramite QR code, a condizione che siano chiare e immediatamente accessibili. È quindi possibile che lo stesso codice digitale che riporta ingredienti e valori nutrizionali contenga anche le informazioni ambientali per vetro, capsula e tappo.
Economia Circolare ed Educazione Ambientale
Un dettaglio non banale: l’etichettatura ambientale non è un mero adempimento burocratico, ma rientra nel più ampio quadro delle politiche europee di economia circolare. In questo senso, l’etichetta diventa anche uno strumento di educazione ambientale.
Sanzioni per errori e omissioni
La Legge 238/2016 prevede sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 500 a 40.000 euro per le violazioni delle norme sull’etichettatura.
Sanzioni per i nuovi obblighi (dal dicembre 2023)
Circa i nuovi obblighi di etichettatura dei prodotti vitivinicoli in vigore dall’8 dicembre 2023, il Masaf ha enunciato che, in caso di errori, si applicherà la sanzione prevista all’articolo 74, comma 1, della legge 238/2016 che prevede la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 euro a 5.000 euro.
Sanzioni per l’etichettatura ambientale
Per quanto concerne gli obblighi nazionali di etichettatura ambientale, le sanzioni sono più severe. Il comma 5 dell’art 219 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,Testo Unico dell’Ambiente statuisce che “chiunque immette nel mercato imballaggi privi dei requisiti richiesti subirà una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.200 euro a 25.000 euro”.
Agevolazioni e procedure
Pagamento ridotto
È possibile pagare una somma ridotta (doppio del minimo o un terzo del massimo) entro 60 giorni dalla contestazione.
Ulteriore riduzione
Un ulteriore sconto del 30% è applicabile se il pagamento viene effettuato entro 5 giorni dalla contestazione.
Diffida
Nei casi di violazioni sanabili e commesse per la prima volta, l’autorità può emettere una diffida chiedendo la regolarizzazione entro 20 giorni.
Microimprese
Per le microimprese, la sanzione può essere ridotta a un terzo.
Un anno dopo: cosa dicono i numeri
A distanza di un anno dall’entrata in vigore delle nuove regole, emergono alcune evidenze di settore.
Le stime parlano di decine di milioni di etichette cartacee rese inutilizzabili, perché stampate prima dell’adeguamento normativo, con conseguenti costi economici e ambientali rilevanti.
L’Unione Italiana Vini, che rappresenta oltre 700 aziende e 150.000 viticoltori, ha segnalato criticità applicative e chiesto chiarimenti interpretativi. La normativa ha quindi inciso sulla quasi totalità del comparto vitivinicolo italiano, imponendo adeguamenti rapidi e complessi.
La proroga concessa fino al 30 giugno 2024 ha limitato l’impatto immediato, ma non ha esonerato le imprese dall’obbligo di conformità completa entro i termini.
I Dati del primo anno
Dopo i primi dodici mesi:
- le principali piattaforme di etichettatura digitale hanno registrato la creazione di centinaia di migliaia di QR code
- molte cantine hanno adottato soluzioni miste: QR dedicati alle informazioni obbligatorie e altri link per la comunicazione di brand
- l’Italia figura tra i Paesi più reattivi, anche per il peso del vino nel sistema agroalimentare nazionale
Questi dati non descrivono solo un obbligo, ma anche una tendenza: il consumatore contemporaneo vuole conoscere, capire, scegliere. L’etichetta digitale risponde proprio a questa esigenza.
Prospettive future: verso un sistema armonizzato e “Language free”
Nel 2025, la Commissione europea ha presentato una nuova proposta di regolamento (COM(2025)137 final) con l’obiettivo di semplificare la disciplina, rafforzare la trasparenza e ridurre gli oneri amministrativi, in particolare per le PMI vitivinicole.
Il Sistema dei pittogrammi
Il cuore della proposta riguarda l’uso dei pittogrammi e dei QR code:
- il sistema dovrebbe essere linguisticamente neutro cioè, basato su simboli e non su testi
- le informazioni digitali non dovrebbero richiedere adattamenti linguistici a ogni aggiornamento
- ciò garantirebbe accesso immediato e uniforme in tutto il mercato unico
Questa linea è sostenuta dal Gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola e dall’Unione Italiana Vini, che chiedono di inserire la disciplina direttamente nell’Organizzazione Comune del Mercato (OCM Regolamento UE n. 1308/2013) vitivinicolo.
Gli obiettivi dell’uso dei pittogrammi e dei QR code
L’obiettivo è duplice: ridurre i costi e la burocrazia per i produttori e garantire ai consumatori una comprensione uniforme delle informazioni. Una soluzione “language free” agevolerebbe non solo il commercio interno, ma anche le esportazioni verso paesi terzi.
Considerazioni finali
La normativa sulla etichettatura dei vini sebbene presenti punti di criticità, soprattutto in termini di costi per le piccole e medie imprese, garantisce una maggiore trasparenza verso i consumatori, offrendo loro la possibilità concreta di fare scelte informate.
In un tale contesto l’etichetta digitale non è solo una risposta obbligata alla regolamentazione ma diventa uno strumento di comunicazione diretta con il consumatore andando a migliorare significativamente la percezione del prodotto.
Optare per piattaforme sicure, intuitive e pratiche rappresenterà pertanto una scelta strategica per le singole aziende permettendo loro di valorizzare al massimo le potenzialità offerte dalla nuova normativa europea e di rimanere competitive in un mercato sempre più digitalizzato e attento.
Guest post scritto dalle fondatrici dello Studio Legale Bosani Fiorentino – Diritti Umani e responsabilità sociale d’impresa.

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